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TAG: Economia e politiche del cibo

Dazi, leggi, politiche agricole e dinamiche economiche che influenzano il mondo del cibo e del vino.
03 Novembre 2025

I migliori mercati alimentari d’Italia: dove fare la spesa come un local

I mercati alimentari rappresentano un patrimonio culturale e gastronomico unico, luoghi in cui si intrecciano tradizione, qualità dei prodotti e vita quotidiana. Ogni città e paese custodisce mercati storici e moderni, dai grandi mercati coperti come il Mercato Centrale di Firenze o il Mercato di Porta Palazzo a Torino, fino alle piazze dei borghi più piccoli, dove la selezione dei prodotti racconta storie di territorio e di passione artigiana.

Questi spazi offrono una varietà straordinaria di prodotti tipici: formaggi, salumi, legumi, farine, ortaggi e frutta di stagione, ma anche specialità locali meno note, come erbe aromatiche, conserve artigianali e vini da piccoli produttori. Passeggiare tra le bancarelle permette non solo di acquistare ingredienti freschi, ma anche di conoscere produttori, ascoltare storie e suggerimenti su metodi di coltivazione e lavorazione, valorizzando la filiera corta e sostenibile.

Per chi visita uno di questi mercati, è consigliabile arrivare presto, quando i prodotti sono freschi e le bancarelle complete, portare con sé sacchetti riutilizzabili e dedicare tempo all’osservazione e al confronto: molti venditori offrono assaggi e consigli utili per scegliere gli ingredienti migliori o per scoprire ricette tradizionali. Osservare le stagioni e le varietà locali, chiedere informazioni sui metodi di produzione e lasciarsi guidare dall’intuito del gusto sono tutti modi per vivere un’esperienza autentica.

I mercati alimentari non sono solo luoghi di spesa, ma punti di incontro, di conoscenza e di scoperta, dove ogni prodotto racconta la ricchezza di un territorio, la cura dei produttori e la storia di una cultura culinaria millenaria, capace di sorprendere anche i visitatori più esperti.

17 Ottobre 2025

L’Italia che ha fame e quella che spreca

Due facce della stessa medaglia nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione

 La Giornata Mondiale dell’Alimentazione, è l'occasione anche per celebrare gli 80 anni della FAO e per ricordare, dati alla mano, che lo scorso anno 673 milioni di persone nel mondo ha sofferto la fame cronica ((State of Food Security and Nutrition in the World-SOFI 2025)) e 295 milioni una forma di insicurezza alimentare acuta (Global Report on Food Crises 2025).

L’Italia fa la sua parte in questo report con il 13,9% della popolazione (8 milioni di persone circa) che vive in condizioni di insicurezza alimentare. Dietro le cifre, si nasconde la realtà di famiglie costrette a ridurre la qualità o la quantità del cibo acquistato, saltare i pasti o rinunciare ai prodotti freschi perché troppo costosi. Una povertà alimentare che non è solo economica, ma anche sociale e culturale, dove la difficoltà di accesso al cibo sano si accompagna alla perdita del suo valore nutrizionale e relazionale. 

L’altra faccia della medaglia è lo spreco, 1,7 milioni di tonnellate di cibo ogni anno vanno gettate e sono l’equivalente di 3,4 miliardi di pasti con cui si potrebbero sfamare 3 milioni di persone all’anno. Impoverimento e spreco alimentare sono quindi due facce della stessa crisi. L’Italia è un Paese che spreca e che ha fame – spiega il direttore scientifico Waste Watcher, l’agro economista Andrea Segrè. E il paradosso è evidente: chi ha meno tende a sprecare di più in quantità e in qualità, il consumo di alimenti poco costosi e di basso valore nutrizionale si riflette su un aumento dello spreco domestico (+4%) e un peggioramento della dieta con effetti negativi sulla salute. Il risultato è un circolo vizioso in cui spreco e povertà si alimentano reciprocamente, aggravando disuguaglianze economiche, sociali e salutari».

 

 

24 Ottobre 2025

Packaging sostenibile: le nuove frontiere dell’imballaggio alimentare

L’imballaggio è spesso il primo contatto tra prodotto e consumatore. Ma oggi non basta più che sia bello: deve anche essere responsabile. Il packaging sostenibile è diventato una priorità per aziende, designer e startup, sempre più impegnati nella ricerca di materiali alternativi, soluzioni circolari e riduzione dell’impatto ambientale.

Tra le innovazioni più interessanti ci sono i materiali biodegradabili e compostabili, ottenuti da fonti rinnovabili come amido di mais, fibre vegetali, scarti agricoli o funghi. Questi materiali, se smaltiti correttamente, si degradano in tempi brevi senza lasciare microplastiche. Il PLA, ad esempio, è un polimero derivato dal mais che si usa per bicchieri, vaschette e pellicole. Ma sempre più startup stanno sperimentando soluzioni più avanzate, come packaging a base di micelio (la parte sotterranea dei funghi), carta riciclata impermeabilizzata con cera vegetale, o pellicole commestibili.

L’innovazione corre, ma anche la normativa fa la sua parte. In Europa, il nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio punta a ridurre il volume degli imballaggi non necessari, incentivare la ricarica e vietare quelli non riciclabili entro il 2030. In Italia, molte aziende hanno già avviato percorsi di transizione, spinte sia da obblighi di legge che da una domanda più consapevole.

Oggi il packaging è anche uno strumento di comunicazione: scegliere materiali sostenibili non è solo una scelta tecnica, ma un messaggio chiaro al cliente. Ridurre, riutilizzare, compostare non sono più slogan, ma azioni concrete. E la sfida non è solo trovare l’alternativa giusta, ma ripensare l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’origine al post-consumo.